Neve in Calgeron

E’ dicembre inoltrato ma gli speleo si sa, anche se si addentrano nella profondità della montagna non vanno in letargo. Noi sei del GST e due persone del gruppo di Rovereto decidiamo di andare ad “esplorare” il Calgeron, la grotta che si trova a Selva di Grigno in Valsugana. Per qualcuno è la prima volta per altri invece no, anche se la grotta Calgeron non smette mai di essere magica ed ogni volta che si visita si scopre qualcosa di nuovo… L’intenzione è quella di arrivare in una parte sconosciuta per tutti noi, esplorando i Rami Nuovi.

Il punto di ritrovo è il parcheggio ex-Zuffo a Trento, da dove partiamo in direzione della strada statale 47. Dopo una pausa per la colazione saliamo lungo il sentiero della montagna che ci porta all’ingresso della grotta. Nel bosco ci accorgiamo che tre camosci ci controllano dall’alto; è sempre uno spettacolo incontrare animali allo stato brado. Dopo questa piccola sorpresa ci prepariamo per la grotta ed iniziamo a gonfiare il canotto che ci servirà per superare i laghi senza bagnarci troppo e prepariamo l'attrezzatura, dato che nella zona dei rami nuovi ci sono dei saltini su corda da superare.

Le vasche del Calgeron sono sempre mozzafiato. Le superiamo, raggiungiamo l'inizio della Sala Nera e qui ci separiamo, non solo dal Ramo Principale ma anche tra di noi: infatti i due speleo di Rovereto decidono di rientrare alle macchine. E' veramente un peccato perché si perderanno la parte più divertente del giro. Da questo momento in poi la visita alla grotta riempie tutti di tante emozioni. La morfologia nel Calgeron cambia veramente spesso e da quando abbiamo iniziato il Ramo Nuovo ci siamo scontrati con strettoie sabbiose, piccoli laghetti da superare e meandri con concrezioni fangose molto incantevoli e ricche di dettagli microscopici. Giungiamo in un punto con una piccola risalita da percorrere su corda che termina in una strettoia, che come ricorda qualcuno, è più stretta del film "127 ore". Così ci divertiamo a superarla chi con più fatica, chi con meno. La strettoia sembra infinita ma quando meno ce l'aspettiamo arriviamo in un meandro che, una volta superato, ci conduce in un salone enorme pieno di massi grandi franati. Qui decidiamo di fermarci per il pranzo. Poco dopo iniziamo la salita dei grandi massi franati facendo molta attenzione ai movimenti delle rocce e arriviamo in un immenso salone con una cascata che lascia tutti senza parole. Dovrebbe essere la sala del Museo, ma non ne siamo sicuri del tutto. Verificheremo nei prossimi giorni. Giunti a questo punto e molto soddisfatti del giro decidiamo di rientrare. Al ritorno la grotta acquista un punto di vista diverso ma sempre molto splendido. Le sorprese non sono ancora finite: scorgiamo un piccolo pipistrello in letargo appeso alla parete e all'uscita della grotta ci accorgiamo che sta nevicando, e non poco! Ci cambiamo al buio e sotto la neve per prepararci alla discesa e prima che i nostri piedi si congelino ci incamminiamo verso le macchine.

Prima di rientrare a casa decidiamo di fermarci per un'ottima pizza in compagnia mentre osserviamo la neve che continua a scendere copiosamente.

D.

Partecipanti:

D., Elisabetta, Manuel, Monica, Stefano C. ,Stefano M. Mauro & Mirella del GGR

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