Bus de la Genziana

Per l’ultima uscita dell’anno non potevamo accontentarci, così io e Lorenza abbiamo passato in rassegna un po’ di grotte fuori regione per farci una bella e snella uscita, cercando la grotta che più ci “andasse a genio”, magari una di quelle mai viste o visitata poco. Le nostre prime scelte erano in Lombardia, ma le copiose nevicate di questi giorni le hanno rese difficili da raggiungere. Pensa e ripensa mi torna in mente la “Vecchia Signora”, il bus de la Genziana, in Cansiglio. Vista una volta sola durante una manovra di soccorso a fine 2016 mi è rimasta impressa e la voglia di tornarci era tanta. Anche Lorenza l’aveva nella lista delle grotte da visitare già da un po’. Peccato che per poter entrare bisogna far richiesta al nucleo forestale dei carabinieri del Cansiglio. Essendo già giovedì sera, con l’uscita programmata per sabato, le speranze di ricevere una risposta in tempo sono poche ma tentar non nuoce! Ed ecco che venerdì mattina arriva l’autorizzazione e la telefonata di conferma.

Genziana, stiamo arrivando!

Ed è così che partiamo io, Lorenza e Francesco alla volta del Pian del Cansiglio, ritiriamo le chiavi alla stazione forestale dei carabinieri e ci prepariamo per l’ingresso. Date le temperature il tempo viene ridotto al minimo e in breve siamo alla botola di ingresso, che troviamo sommersa di neve e ghiaccio. Non ci abbattiamo ma iniziamo a scavare e in poco tempo liberiamo il lucchetto. Con un po’ di sforzi in più riusciamo anche ad aprire la botola e a scendere le scalette che ci portano, finalmente, al caldo. Qui si susseguono pozzi e meandri bellissimi che avevo solo visto di sfuggita. Rapidamente passiamo il Trivio e arriviamo al bellissimo salone a circa -200 m. Arrivati al pozzo sottostante vediamo che la corda è ammatassata con i vari nodi all’interno. Non siamo attrezzati con pacchette quindi possiamo procedere solo se hanno lasciato gli armi fissi. Un’occhiata al pozzo ce lo conferma, basta buttare giù la corda e mettere i nodi nei moschettoni. Magari l’armo di una grotta fosse sempre così comodo, vero Lorenza?

Arrivati alla fine del pozzo arriviamo alla saletta che precede la “via dei traversi” a circa 300 metri di profondità. La scorsa uscita mi ero fermato qua quindi mandiamo avanti Francesco a fare da esploratore. Arriviamo così ad una serie di traversi su roccia infangata, per di più in salita e piuttosto scomodi. A metà io e Lorenza decidiamo di fermarci, Francesco prosegue qualche minuto in solitaria per poi tornare indietro. È giunto così il momento della risalita con i suoi meandri, i suoi pozzi e i suoi traversi che, con calma, ci riportano alle scalette e al freddo polare del mondo esterno. Giusto il tempo per un selfie e ci cambiamo, mentre il cielo diventa notte.

Manuel

Partecipanti: Francesco, Lorenza, Manuel

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