Abisso Vajo dei Modi

In vista della verifica per istruttori sezionali che si terrà ai primi di novembre, Elisa ha organizzato un’uscita di ripasso-armo al Vajo dei Modi, sui monti Lessini. Eravamo in 6: io (Manuel), Elisa, Lorenza, Alessio, Stefano e Monica.
Partiamo dal classico ritrovo del parcheggio Zuffo, appuntamento alle 7 di mattina, dove trovo un gruppo di persone che, in attesa come noi di altri partecipanti alle loro escursioni, si fanno una partita a calcio (ovviamente in mezzo al parcheggio). Schivo un calciatore e un pallone e raggiungo Elisa, la prima arrivata. Dopo poco tempo arrivano Lorenza, Monica e Stefano. Stranamente Alessio, di solito puntuale, arriva con una decina di minuti in ritardo: pagherà quindi la colazione!
Arriviamo ad Ala e prendiamo la salita tutta tornanti che ci porta in breve tempo sui monti Lessini. Qui cominciamo a vedere prati e mucche. Tanti prati, tante mucche e tanti tornanti! Finalmente arriviamo al parcheggio, dove riusciamo a vedere le vallette e le doline dove troveremo la nostra grotta di oggi, l’abisso Vajo dei Modi. Durante l’avvicinamento riusciamo anche ad avvicinarci ad un gruppo di marmotte (erano praticamente sulla strada che stavamo percorrendo), che si infilano nelle tane solo quando ci avviciniamo a meno di 3 metri da loro.
La zona delle doline
La marmotta non vuol essere disturbata
Questa grotta parte dal fondo di una dolina, quindi in caso di forti piogge o disgeli diventa impercorribile, specialmente all’ingresso. Anche per questo eravamo (o almeno io lo ero) un po’ sul “chi va là”, dato che per il tardo pomeriggio il meteo aveva indicato ”possibilità di rovesci”. Ci siamo cambiati alla macchina, quindi una volta capito dove fosse l’armo di partenza Monica è partita in testa con me dietro per iniziare ad armare (diciamo che causa una mia riluttanza ad armare questa specifica grotta è l’ordine che abbiamo tenuto per tutta la discesa). Già dalla partenza abbiamo notato la particolarità di questa grotta: scarica sassi in maniera incredibile. In qualunque punto ti appoggiavi, che fosse soffitto, pareti o pavimento ti partivano immediatamente diversi blocchi di sassi che inevitabilmente ruzzolavano nei primi pozzi. Quindi si è imposto un certosino lavoro di pulizia dei passaggi (per quanto possibile) da parte di Monica, e una grossa attenzione da parte di quelli che seguivano. Fortunatamente appena passata la “fessura” il tipo di roccia cambia e si riesce a progredire con un po’ di sicurezza in più. Passati i primi 3 o 4 pozzetti e un articolato e stretto meandro arriviamo alla partenza del pozzo da 50m. Causa i tempi che cominciano a diventare un po’ ristretti (anche in considerazione del rischio di temporali esterni) decidiamo di avviarci verso l’esterno, dando un’occhiata ad un nuovo cambio di roccia che si trova appena sotto la partenza del P50 (una delle peculiarità di questa grotta è che si trovano 3 diversi tipi di roccia, molto riconoscibili e “netti” nel loro passaggio da uno all’altro).
In discesa
Visto che mi sono praticamente rifiutato di armare (e a posteriori me ne pento) non posso e non voglio tirarmi indietro dal disarmo, quindi, a parte la partenza del pozzo da 50, disarmata per la prima volta da Alessio, nel rientro chiudo la fila con Lorenza vicino per aiutarmi nel passaggio dei sacchi.  Anche nel rientro la progressione è particolarmente lenta, sia per il passaggio di meandri e strettoie un po’ “ostici” sia perché, per la sicurezza di tutti, procediamo a step, in modo che chi sale non rischi di ricevere sassate in testa partite per errore da quello che lo precede. Inoltre chi deve aspettare il suo turno per salire si mette in posizione “sicura” fuori dal tiro dei sassi. Questo però ci lascia anche parecchio tempo per ammirare una serie di fossili incastonati dentro la roccia, definiti da Monica come sedimentazioni di coralli, che affiorano dalla roccia come piccoli denti o spuntoni. Raggiungiamo quindi l’uscita intorno alle 7 di sera. Purtroppo non ci aspetta il paesaggio spettacolare della mattina, poiché è tutto coperto da una folta nebbia. Con passo lento e regolare raggiungiamo le macchine, dove rapidamente ci cambiamo (tirava una bella arietta gelida), raggiungiamo una pizzeria e ci mangiamo una meritata pizza (a parte Lorenza, che si gusta dei buonissimi canederli in brodo).
Manuel
    Presenti:
  • Manuel R.
  • Elisa A.
  • Lorenza T.
  • Stefano C.
  • Monica D.
  • Alessio M.