Grotta di Collalto

Uscita del weekend annullata causa maltempo, decido quindi all’ultimo di aggregarmi a Walter per “accompagnare” degli amici di altri gruppi alla nostra stupenda grotta di Collalto, prima della chiusura primaverile. Il ritrovo è al parcheggio del ristoro Dolomiti ma già nell’abitato di San Lorenzo intravedo la macchina di Giancarlo che parcheggia vicino al bar. Tappa caffè, arrivo! Oltre a Walter e Giancarlo ci sono Dori, Letizia dello Speleo Club Forli e Stefano, dello Speleo Club Orobico, che non conoscevo. L’uscita si preannuncia allegra e snella, proprio quello che speravo in questa uggiosa giornata.

Arrivati al parcheggio ci cambiamo e ci avviamo verso l’ingresso della grotta mentre una leggera pioggerellina inizia a farsi sentire. Foto di gruppo all’ingresso e via, dentro nel meandro iniziale e giù per i pozzi. Apre Genky, segue Stefano, Letizia, io, Dori. Partono i primi e io dietro a ruota. Iniziano così a scorrere corda nel discensore mentre i frazionamenti passano, intervallati dalla chiocciola e dalla famigerata “buca delle lettere”.

Altra serie di frazionamenti con Letizia che si lamenta che le corde Trentine scorrono male solo a lei, ma riesce a raggiungere rapidamente la base del pozzo da 70m. Qui dobbiamo aspettare un po’ Dori e Walter, ma non è certo colpa dell’età, si sono quasi persi sulla chiocciola! Da qui inizia la zona più varia della grotta: abbiamo meandri lisci lavorati dall’acqua con scallops e marmitte, strettoie in salita con doppio (o triplo) avvitamento, qualche saltino di corda e tanto da camminare, ammirare e fotografare. Ma i nostri non sanno che la parte bella deve ancora arrivare…

Arrivati al primo salone di sabbia Dori e Giancarlo decidono di fermarsi, mettere su un caffè e aspettare il nostro ritorno. Prendo la testa del gruppo, sperando di ricordarmi i giusti passaggi in frana e stranamente li prendo tutti al primo colpo, portando i nostri amici all’ingresso del secondo salone, dove mi fermo per permettergli di entrare per primi. Qui un piccolo ribassamento, col fondo di sabbia, immette in un grande salone, dove persino con l’impianto più potente si fa fatica ad illuminarne pareti e volta. Ogni cosa qui è coperta di sabbia, i rumori sono attutiti e ovattati, merito anche dello stupore che questi spazi sanno dare. Cammina cammina arriviamo al terzo salone, dove oltre alla sabbia abbiamo un piccolo fiume che ci accompagna, portandoci così al “Brenta in miniatura”, una parete di sabbia lavorata finemente dall’acqua. Invece che fermarci a riposare decidiamo di cercare il meandro che porta al sifone terminale (almeno per noi speleo). E così rieccoci ad infilarci tra spaccature e blocchi di frana per cercare la prosecuzione, lungo la via dell’acqua. Ultima foto del piccolo gruppo e via, verso il ritorno. Tappa caffè al bar “da Genky” dove ritroviamo una Dori un po’ infreddolita (ci credo, ad aspettare noi), uno snack e ripartiamo, con calma, verso l’uscita.

Grazie ai vecchi e nuovi amici per la bellissima uscita.

Manuel

Partecipanti: Walter, Dori, Giancarlo, Letizia (SCF), Stefano (SCO)

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