Uscita in Calgeron

Famiglia al mare, weekend libero e quindi sono particolarmente desideroso di organizzare qualche giretto per grotte. Il primo tentativo è stato di organizzare la traversata Rana-Pisatela, purtroppo però i gruppi che la conoscono sono occupati per vari motivi, quindi niente. La seconda ipotesi è di proseguire gli scavi al bus del Diao, dove Matteo sta cercando di organizzare delle uscite per tentare di aprire l’ultimo sifone di sabbia. Neanche sotto l’allettante invito ad una 2 giorni di scavi con pernottamento in grotta sono riuscito a trovare abbastanza volontari (servono almeno 7-8 persone per tenere in piedi una linea di scavo e la teleferica per portare via il materiale). Viste le probabili piogge è impensabile andare a scavare al Bus dei Ragni, quindi resta come opzione valida una delle grotte più care al gruppo, il Calgeron.

Diversi mesi fa (mi pare fosse novembre) io, Renzo, Luca, Roberto e Dori abbiamo raggiunto i rami alti e la prima cascata portando dentro bidoni e materiale necessari ad allestire un piccolo bivacco in vista delle lunghe giornate di rilievo che sarebbero venute in futuro. L’occasione quindi era ottima per diversi scopi (verificare lo stato del materiale, verificare lo stato del bypass e dei laghetti interni, fare un po’ di allenamento che non guasta mai).

La mattina alle 7 eravamo in 5 allo Zuffo, io, Lorenza, Renzo e 2 nuove leve fresche fresche di corso di introduzione, Josef e Alessio. Tappa-caffè all’Isolotto, zaini in spalla e raggiungiamo l’ingresso, dove troviamo la prima sorpresa, il laghetto di ingresso è praticamente asciutto! Una volta cambiati entriamo, portando il nuovo canotto (alla sua seconda uscita in Calgeron) e la ciambella “Goldrake”, che ci porteremo fino al lago Roner, per sicurezza. Raggiungiamo rapidamente il secondo laghetto, gonfiamo il canotto e via dall’altra parte. Ramo principale, Ramo delle marmitte, Chiocciola, Sala nera sono solo dei nomi che non rendono giustizia alla bellezza di questa grotta ancora parecchio attiva. Raggiungiamo quindi la discesa di sabbia, con la memorabile corsa verso il fondo della stessa, non prima di aver recuperato il canotto che teniamo lì nei pressi. Una volta gonfiato notiamo che anche le ultime toppe si sono staccate, quindi resta sigillata solo la camera esterna. Pazienza, cercheremo di non bagnarci!

Passato questo laghetto raggiungiamo rapidamente anche il lago Roner. Purtroppo però con questo canotto non si passa, la “finestrella” da attraversare è più stretta di qualche centimetro. Gonfiamo quindi il Goldrake e vediamo che con questo ci si passa “a filo”. Si va avanti, anche se un po’ più bagnati!

Arriviamo quindi alla scala di metallo di circa 10 metri che ci porta finalmente ai rami alti. Ci fermiamo a fare il punto della situazione e della stanchezza. Stiamo tutti bene, perciò si continua! Si cammina, ci si arrampica e raggiungiamo quindi la sala dei pipistrelli. Un’imprecazione di Alessio ci fa capire che siamo arrivati nel meandro “magnastivali”, dove sul fondo galleggiano circa 40 cm di fango viscido. Partiti all’inseguimento di una inarrestabile Lorenza arriviamo quindi nel punto in cui avevamo lasciato il materiale, trovandolo esattamente come lo avevamo lasciato. Una visitina alla prima cascata ed è ora di tornare indietro. Camminate, arrampicate, laghetti, scale, fango, laghetti e siamo di nuovo al Roner, dove ci rilassiamo guardando Lorenza navigare il canotto con 2 dita nell’acqua e Renzo cimentarsi nel tuffo a bomba (suo malgrado). Alla salita di sabbia la stanchezza inizia a farsi sentire,  ma riusciamo a superare anche quella e in poco tempo siamo fuori, con una permanenza in grotta di circa 8 ore. L’acqua però ci aspetta anche qui con un bell’acquazzone, che per fortuna diminuirà durante la discesa. Pizzata finale all’Isolotto e quindi a casa per un meritato riposo!

    Presenti:
  • Lorenza T.
  • Manuel R.
  • Renzo S.
  • Alessio M.
  • Josef

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